Otto persone morte e decine di feriti in uno dei troppi attacchi di matrice jihadista che insanguinano l'Europa. Questo è il bilancio dell'azione messa a segno nel giugno del 2017 da tre uomini (Khuram Butt, Rachid Redouane e Youssef Zaghba) che si sono scagliati sui passanti nel centro di Londra, sul London Bridge. Un attacco che veniva da lontano, dice ora la Bbc.Era il 2016 quando un giornalista della rete britannica andava sotto copertura tra i jihadisti del web, nel tentativo di capire meglio le dinamiche con cui in Europa venivano ordinati gli attacchi, per poi raccontarle a BBC Inside Out.Una "missione" con cui era riuscito a mettersi in contatto con un addestratore, che già allora gli aveva suggerito due possibili obiettivi, poi finiti nel mirino del terrorismo. Un progetto lungo due anni, portato avanti sfruttando i social media e sistemi di messaggistica online e grazie al quale la Bbc aveva scoperto che l'Isis aveva le idee chiare su dove e come colpire.Al giornalista, che si era presentato come un 17enne che ancora viveva con i genitori, ma desideroso di unirsi alla causa dei jihadisti, il reclutatore si era presentato soltanto come "Manager", imponendo conversazioni su chat criptate. Dopo alcune settimane la richiesta specifica: "Se riuscissi sarebbe una cosa grande e un gran danno per loro", aveva messo in chiaro il jihadista, chiedendo al reporter se conoscesse la zona di Westminster, un buon obiettivo perché "affollato di infedeli e civili".Il giornalista era poi stato indirizzato verso un manuale sul dark web che spiegava nei dettagli come utilizzato i veicoli come arma, una tecnica spesso impiegata dai jihadisti anche in Europa, e come sfruttare le armi da taglia, che poi sarebbero state impiegate nell'attacco a Westminster, otto mesi dopo.