(Foto: ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
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Fondi Prin: in arrivo 400 milioni di euro per sostenere la ricerca italiana. Dopo anni di tagli e attacchi, ecco finalmente arrivare la tanto attesa sorpresa: domenica scorsa, infatti, la decisione di destinare questi milioni di euro alla ricerca di base, ovvero quella delle università, è stata annunciata da Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca.Questo è il più grande investimento in fondi competitivi per la ricerca di base degli ultimi 20 anni”, dichiara a Science Elena Cattaneo, professore ordinario dell’università degli studi di Milano e senatrice a vita. In effetti, l’ultimo bando del Miur che risale al 2015 per Progetti di ricerca di interesse nazionale (Prin) era di soli 91 milioni di euro.

La maggior parte dei soldi, esattamente 250 milioni di euro, arriveranno da tagli ai finanziamenti dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, che da 14 anni il governo finanzia con circa 100 milioni all’anno erogati direttamente dal ministero dell’Economia e delle finanze. Forse una risposta alle critiche che una parte della comunità scientifica continua a muovere nei confronti dell’istituto: in primis, per una presunta mancanza di trasparenza nella gestione dei suoi finanziamenti e per il suo ruolo nella creazione di un nuovo polo di ricerca nell’ex area World Expo 2015 alle porte di Milano. Altre critiche, invece, sono state incentrate sull’accumulo di centinaia di milioni di denaro pubblico in un organismo privato: l’anno scorso infatti, l’istituto era stato accusato di escludere gli atenei del nord Italia dal progetto Human Technopole 2040 e additato di non sapere usare il denaro pubblico.

La versione del direttore scientifico dell’Iit, Roberto Cingolani, è però ben diversa: “il grande surplus dell’istituto è principalmente il risultato dei risparmi accumulati nei suoi primi anni”, spiega a Science Cingolani. E tuttavia, nonostante la delusione per le numerose critiche all’istituto, il direttore si è dichiarato “soddisfatto” che i tagli all’Istituto beneficeranno la ricerca di base.

Il governo, questa volta, ha così riconosciuto il valore della ricerca di base. “Sono 400 milioni che, per una decisione e per responsabilità del Miur, mettiamo sulla ricerca di base quindi sui Prin (Progetti di ricerca di interesse nazionale), che vuol dire alla ricerca più importante, pura, libera per le università, con una particolare attenzione ai giovani ricercatori che possano entrare”, spiega Fedeli. “Non è affatto una penalizzazione. Dobbiamo ragionare sulla ricerca a livello di tutto il Paese”.

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