(foto: Michael 1952 via Flickr)
(foto: Michael 1952 via Flickr)

La storia è una di quelle che rimangono impresse: Braccio di Ferro si anabolizza istantaneamente mangiando spinaci, perché una volta si credeva fossero ricchi di ferro. Secondo la leggenda, sarebbe stata tutta colpa di una virgola spostata da uno scienziato, un errore scoperto dopo molti decenni che ha aumentato di un ordine di grandezza la reale concentrazione del nutriente.

Di tutto questo solo un particolare è vero: il contenuto di ferro degli spinaci è stato molto ridimensionato. Tutto il resto è una vera e propria leggenda contemporanea che ha cominciato a diffondersi nella letteratura accademica e ha raggiunto il grande pubblico con la divulgazione. La storia in effetti è troppo bella per non essere raccontata, un ammonimento che dimostra come anche gli scienziati sbaglino, e come anche un errore banale possa avere conseguenze impreviste.

Stupiti? Non siete soli. Il mito della Spides (Spinach Popeye Iron Decimal Error Story) è stato smontato completamente solo nel 2010, e fino a quel momento ha ingannato anche i più scettici. Il merito è del criminologo britannico Mike Sutton, che ha cominciato a indagare lavorando a un articolo sull’impatto dei dati erronei sulle politiche sociali.

Fake!
È solo nel 1981 che sul British Medical Journal l’ematologo Terence John Hamblin introduce al grande pubblico la Spides. Secondo il suo articolo, intitolato Fake!, l’errore sarebbe avvenuto nel 1890 e non meglio specificati scienziati tedeschi lo avrebbero scoperto solo nel 1937. Ma per allora Braccio di Ferro era già diventato un’arma di propaganda per spingere gli americani schiacciati dalla depressione a sostituire la carne con gli spinaci in virtù del loro contenuto in ferro. Hamblin però non dà nessuna fonte per queste affermazioni, e proprio in un articolo che vorrebbe mettere in guardia dalle bufale mediche e chi le diffonde!

Nonostante questo da allora la Spides ha cominciato a diffondersi come un dato di fatto, scienziati e divulgatori hanno cominciato citare Hamblin e poi a citarsi fra loro. Insomma, la versione erudita del l’ho saputo da un amico di un amico

La pista tedesca
Nel tempo la leggenda si è arricchita di dettagli. Secondo una delle versioni prevalenti lo scienziato pasticcione è stato un certo Erik von Wolff, che pubblicò i suoi risultati nel 1870. In altre versioni il responsabile è invece Gustav von Bulge, che commise l’errore nel 1890. Entrambi gli scienziati sono esistiti davvero, ed effettivamente misurarono il contenuto in ferro degli spinaci. Quello che manca completamente all’appello è una qualsiasi indicazione che questi (o altri) esperti avessero pubblicato dati con la virgola sbagliata.

Alcuni ritengono che l’equivoco nasca dal fatto che i luminari teutonici avevano pubblicato misure relative agli spinaci secchi (e quindi con contenuto di nutrienti più concentrato), e casualmente la differenza era proprio di un ordine di grandezza. La storia, però, è molto più complicata di così. Quali che fossero gli errori commessi nel diciannovesimo secolo sul valore nutrizionale degli spinaci (bisogna anche considerare che non era noto il concetto di biodisponibilità), è davvero a causa di essi che Elzie Crisler Segar ne fece l’alimento segreto per il suo Braccio di Ferro? Anche di questo non ci sono tracce. Quello che invece ha scoperto Sutton è che negli anni ’30 in Usa erano uscite ricerche che sembravano sopravvalutare il contenuto di ferro degli spinaci freschi, ma in maniera del tutto indipendente dal lavoro dei colleghi tedeschi del secolo precedente. In ogni caso per la fine di quel decennio gli americani avevano già provveduto a ridimensionare gli spinaci come fonte di ferro, anche prendendo in considerazione la sua biodisponibilità, ma anche qui nessuna traccia di virgole spostate.

Iron Man
Rimane da demolire l’ultimo degli elementi della Spides: anche se virgola sbagliata non c’entra, rimane il fatto che Braccio di Ferro mangiava spinaci per il ferro che lo faceva diventare più forte, no? No.

Popeye, creato nel 1929, comincia a mangiare spinaci per la superforza nel 1931, ma è la vitamina A, e non il ferro, a essere indicato nelle strisce di Elzie Crisler Segar come il vero segreto. Il papà di Braccio di Ferro voleva sicuramente che il suo personaggio fosse un esempio virtuoso per l’alimentazione dei giovani, ma non fu l’eccezionale operazione di propaganda suggerita da Hamblin. In quel periodo il consumo di vegetali in genere era  incentivato in vari modi, e la produzione di spinaci era già in aumento prima del contributo di Braccio di Ferro. Senza fondamento anche l’idea che il governo volesse promuoverli come sostituto della carne (rispetto alla quale contengono davvero più ferro ma molto meno biodisponibile, pur rimanendo un fonte di tutto rispetto).

Come Braccio di Ferro sia rimasto associato non solo agli spinaci, ma al ferro, e si sia invece dimenticata la vitamina A non è chiaro. Nelle strisce spesso si usano espressioni come “uomo di ferro” e questo potrebbe aver legittimato l’associazione, o forse il collegamento è stato fatto da uno degli autori successivi che hanno ereditato il personaggio di Sega, morto nel 1938. Solo riesaminando l’intera produzione derivata di Braccio di Ferro forse un giorno si saprà la risposta.

Un’altra lezione
Terence John Hamblin
sicuramente non ha introdotto il mito in malafede e in seguito si è scusato. Con le migliori intenzioni ha costruito la sua favola morale usando niente più che un’ipotesi molto speculativa proposta anni prima da un altro medico cacciatore di bufale, Arnold Bender, senza un adeguato controllo. E lo stesso hanno fatto i tanti scienziati e divulgatori successivi, che si sono basati su semplice articolo di commento senza fonti, ma pur sempre sul prestigioso British Medical Journal

Il criminologo Mike Sutton è stato un vero segugio, ma come ricorda Fivethirtyeight questo eccellente lavoro di debunking stona con la sua più recente impresa: accusare Charles Darwin e il povero Alfred Russel Wallace di aver rubato la teoria dell’evoluzione a un orticoltore di nome Patrick Matthews. In questo caso però il talento di Sutton si scontra l’effetto Dunning-Kruger e si assiste al triste spettacolo del dilettante che pretende di rivoluzionare la storia della scienza a colpi di Google e bias di conferma. Insomma, non tutto nel mondo è necessariamente una bufala in attesa di un eroe solitario che la riveli come tale,  e sapersi comportare in modo scettico e razionale non è garanzia di infallibilità. Anche i più capaci possono faticare a riconoscere i propri limiti, e in quel caso anche loro potrebbero trovarsi dall’altra parte della caccia alla bufala.

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