lostLost è una pietra miliare della storia delle serie tv, su questo non c’è dubbio. Schiere di fan piangono ancora oggi per la mancanza di Jack Shepard e compagni. La fortunatissima serie della ABC ha creato un vero e proprio immaginario da cui, nel corso degli anni, la tv ha attinto a piene mani, basti pensare alla puntata de I Simpson in cui Marge, stanca del binge watching compulsivo di Homer, rivela al marito il finale di Lost.
Anche oggi, a 7 anni di distanza dalla messa in onda dell’ultima puntata, non mancano le occasioni in cui i pochi che non hanno mai visto la serie si trovino spaesati di fronte agli immancabili riferimenti durante i comedian show o le interviste al Tonight Show.

Lost è stato un successo, ma avrebbe senso, oggi, rifare un nuovo Lost? La NBC ha annunciato che nel 2018 andrà in onda la serie tv Manifest, che sembra avere fin troppi punti in comune con la serie di Lindelof.
Nel pilot di Manifest un volo di linea scompare dai radar e si pensa che sia precipitato in mare. Non vengono ritrovati né i resti del velivolo e neppure i corpi delle persone che vi erano a bordo. Non si tratta forse di un inizio che ricorda fin troppo Lost?

Dopo 5 anni i passeggeri e l’equipaggio riappaiono improvvisamente e si trovano a dover affrontare il difficile ritorno nelle proprie famiglie, dove non sempre sono ben accetti, dato che i propri cari hanno ormai voltato pagina.
La storia di Manifest ruota attorno ad un mistero: per i dispersi, infatti, il tempo non è mai trascorso. I sopravvissuti avrebbero passato questi 5 anni su un’isola “speciale”, un luogo in cui il tempo scorre con delle regole diverse da quelle a noi conosciute. 
Qual era la trama di Lost? In seguito ad un incidente aereo, i sopravvissuti si ritrovano su un’isola ed anche in questo caso l’isola nasconde dei misteri.

Da un team come quello messo insieme dalla NBC per Manifest ci si poteva aspettare qualcosa di decisamente più originale. La serie infatti è stata ideata da Jeff Rake (The Mysteries of Laura) e vanta due produttori esecutivi d’eccezione, Robert Zemeckis, il padre di Ritorno al Futuro, e Jack Rapke, già produttore esecutivo di Cast Away.
Ciò che è stato un successo nel passato non può avere lo stesso appeal dopo 13 anni, anzi, in un momento in cui tra tv e siti di streaming c’è una sovrabbondanza di serie, non serve una copia, più o meno interessante, di un qualcosa di già visto, ma è necessario puntare sull’originalità.

Realizzare qualcosa di nuovo, di diverso, è sempre un rischio, ma è il solo modo per poter riuscire ad emergere nel mare magnum delle serie tv. Vero è che Lost metteva in campo alcuni elementi che non passeranno mai di moda: il naufragio, l’isola misteriosa, il confronto con i propri fantasmi.
Abbiamo bisogno di un’isola dove ricominciare. Però, sarebbe il caso di far finta che l’isola non sia sempre la stessa.

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