L'estate più siccitosa che si ricordi è stata improvvisamente archiviata dall'ondata di maltempo che ha investito negli ultimi giorni il nostro Paese. Ma la caduta tra giugno e agosto del 41 per cento in meno di precipitazioni rispetto alla media (che ha provocato oltre due miliardi di perdite alle coltivazioni e agli allevamenti) e l'emergenza incendi (che hanno mandato letteralmente in fumo oltre 120mila ettari di bosco, il triplo rispetto alla media dei 10 anni precedenti) hanno delle conseguenze anche sulle nostre tavole. La produzione di vino e di miele, ad esempio, ha risentito molto della «bonaccia» estiva. E anche i funghi pagano pegno: la raccolta è incominciata malissimo in tutta Italia. E le piogge di questi giorni rappresentano l'unica speranza per salvare la stagione. Anche se le precipitazioni torrenziali non sono adatte alla proliferazione dei funghi, che richiedono terreni umidi, sole e temperature tra i 18 e i 20 gradi.Lo sperano i cercatori, colpiti dalla sindrome del cestino vuoto. E lo sperano i buongustai, che vedono il loro ingrediente preferito venduto a prezzi quasi inaccessibili: i porcini, i più diffusi e amati tra i funghi pregiati, costano fino a 35 euro al chilo. E il rischio, secondo Coldiretti, è che molti decidano di «mascherare» l'annata nera vendendo come nazionali funghi di minore qualità importati dall'estero. Ad esempio dalla Spagna, dai Balcani o addirittura dalla Cina, tradizionali formnitori di funghi scadenti. Bisogna quindi verificare l'indicazione del luogo di raccolta o di coltivazione che deve essere apposta su etichette o cartellini. Un obbligo di legge da quando, qualche tempo fa, la Commissione europea ha chiarito, su sollecitazione proprio di Coldiretti, che le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l'indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto della norma di commercializzazione generale, come tartufi e funghi spontanei.La raccolta funghi è un'attività che, tra hobby e professione, coinvolge decine di migliaia di appassionati. L'attività di ricerca interessa gli oltre 10 milioni di ettari di bosco che coprono quasi un terzo dell'estensione del nostro Paese, e svolge un'importante funzione di integrazione economica in zone interne spesso piuttosto depresse: i raccoglitori più esperti riforniscono con regolarità i ristoranti, le trattorie e le tante sagre dei funghi che richiamano decine di migliaia di appassionati soprattutto nelle zone appenniniche. I raccoglitori devono però rispettare regole nazionali piuttosto severe e i vincoli locali: la raccolta naturalmente è limitata si soli funghi sicuri: porcini, finferli, trombette, chiodini e altre specie note. In caso di dubbio è possibile rivolgersi agli enti deputati dai controlli dai singoli comuni e alle unioni micologiche. La raccolta va effettuata soltanto con cestini di vimini, evitando le buste di plastica.