I dati sono incontrovertibili: Game of Thrones è una delle serie tv più seguite al mondo, senza distinzione di sesso, origine o classi nel suo pubblico, e anche questa settima stagione l’ha confermato. Eppure, soprattutto fra le telespettatrici, alcuni temi trattati hanno sempre destato parecchio dibattito: in particolare ci si riferisce alla violenza sessuale e al trattamento della nudità e della sessualità femminile. Una giornalista della testata americana Broad, Sara David, ha voluto quantificare questi argomenti per dare la misura delle controversie: per fare ciò ha riguardato tutti i 67 episodi della serie per ben tre volte.
Ne risulta che, nonostante lo show ritragga alcuni personaggi femminili dai caratteri forti, “ci sono ancora momenti in cui Game of Thrones appare profondamente maschilista, al punto da sacrificare le sue protagoniste“, scrive David. Nonostante l’autrice si aspettasse più scene di stupro e nudità femminile nella totalità della serie ha notato che queste stesse scene sono rappresentate spesso con una violenza estrema e se solo il 5,8% delle morti riguardano donne, l’83,7% dei nudi è invece di personaggi femminili.
Un altro fattore esaminato da David è se gli episodi di Game of Thrones passino o meno il cosiddetto test di Bechdel. Questo strumento statistico è utilizzato per valutare la disparità di genere nelle opere di fiction e si basa sull’analisi delle singole scene: se in un film o un episodio appaiono almeno due donne (di cui si conosce il nome) che parlano fra loro di un argomento che non sia o riguardi un uomo, allora il test è passato. Ebbene solo 18 dei 67 episodi dell’intera serie superano la valutazione Bechdel. Sebbene miglioramenti significativi si siano visti – soprattutto riguardo il sesso – nella settima stagione, c’è da chiedersi se l’ottava e ultima riuscirà a porre rimedio a uno dei difetti fondamentali di una serie altrimenti strepitosa.
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