Lo spirito di Tech Tour è quello di colmare ciò che manca nell’ecologia delle startup italiane, che fanno fatica ad accedere al credito e, conseguenza diretta, penano a guadagnare mercati internazionali.
La tappa italiana di Tech Tour ha permesso a 26 startup di incontrare un nutrito parterre di investitori, giunti a Roma con l’aspettativa di trovare business interessanti sui quali puntare. Aspettativa che non è stata disattesa, complici le 155 richieste di startup tra cui Tech Tour ha selezionato quelle di più ampio respiro.
Più della metà delle startup finaliste provengono dal Lazio (35%) e Lombardia (23%), seguite dal Piemonte, dall’Emilia-Romagna e dalla Campania (tutte in ragione dell’8%). L’avere attinto da tutte le zone del Paese dimostra che è possibile creare sistema guardando anche al Mezzogiorno, una filosofia in cui si riconosce il managing director della banca di investimenti Silverpeak e co-presidente di Italian Tech Tour Pietro Strada: “c’è un numero crescente di startup tecnologiche in italia che hanno i requisiti per guardare all’estero e sono attrattive per gli investitori internazionali”. Wired, che è media partner dell’evento, ha raccolto altre considerazioni di Pietro Strada, utili a vedere sotto un altro punto di vista il mondo della neo-imprenditoria italiana.
Le startup
Nello spirito degli organizzatori le 26 startup scelte rappresentano il meglio dei rispettivi settori, tra health, fintech e internet. Cliccando sulle regioni della mappa sotto si ottiene una breve panoramica delle neo-imprese selezionate.
Gli interventi
Sul palco non solo gli startupper ma anche una rappresentanza nutrita di imprenditori di successo. Tra questi Fabio Gallia di Cassa Depositi e Prestiti, Alberto Genovese (prima.it), Silvio Pagliani (immobiliare.it), Alvise Bonivento (Atlante Ventures), Ernesto Ciorra (Enel) e Carlo Mammola (Fondo italiano di investimento).
La situazione
Il Tech Tour nella sua versione italiana è giunto alla quarta edizione, la prima delle quali risale al 2003, un’era tecnologica fa. È Marco Trombetti, co-founder dell’acceleratore e fondo di investimento seed Pi Campus, che spiega cosa è cambiato nel tempo, nel panorama delle startup italiane: “abbiamo fatto il Tech Tour anche l’anno scorso, un giorno a Torino e uno a Roma, e in un solo anno abbiamo osservato un incremento della qualità delle startup incredibile. Una bella crescita, tutte le startup hanno mostrato di sapere pensare in grande per cercare di creare aziende che possono diventare leader mondiali. Abbiamo visto ambizioni, insieme alla capacità di Tech Tour di attirare startup e investitori, e abbiamo visto che l’Italia sta migliorando, cosa molto positiva che aiuterà tutto l’ecosistema” .
Riguardo le startup che hanno partecipato al Tech Tour, continua Trombetti, “Wanderio ha di fronte a sé un mercato enorme, mi è piaciuto anche molto la determinazione di Filo, un Bluetooth tracker che vuole diventare il primo player in Europa in un mercato grande e in crescita, mi è piaciuto tanto MioAssicuratore, perché sta cercando di stravolgere il mercato delle assicurazioni” .
Anche dal punto di vista degli imprenditori l’evento è stato significativo, come spiega a Wired il Ceo della startup Beintoo Andrea Campana: “molto variegate le presentazioni delle startup, molto interessanti tutti gli interventi e un buona occasione per chi come noi cerca partner per l’internalizzazione, abbiamo avuto incontri interessanti per il nostro progetto di aprire al mercato spagnolo e francese“.
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