Oggi si è tenuto il Consiglio Federale e, tra i vari argomenti (seconde squadre e condotte violente nei confronti degli arbitri, tra gli altri), si è parlato anche del Codice di Crisi d’Impresa, quello che riguarda da vicino la Reggina per quanto concerne la richiesta di ristrutturazione del debito.
“Come anticipato dal presidente Gravina nella riunione del mese di marzo – si legge nella nota Figc – il Consiglio Federale ha approvato un pacchetto di norme, che incidono sia sulle Noif sia sulle Licenze Nazionali, per conciliare la normativa federale a tutela del valore della competizione sportiva con l’impatto potenziale del Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019 (cosiddetto “Codice della Crisi d’Impresa”), che consente la continuità aziendale sia forma diretta che in forma indiretta”.
“Ravvisata e ribadita la necessità della Federazione di garantire l’equilibrio economico-finanziario dei Club, nella formulazione delle norme – si legge ancora – è stata ribadita la specificità dell’ordinamento sportivo rispetto a quello statale, con indicazioni particolarmente stringenti sia in fase di iscrizione ai campionati che nel prosieguo dell’attività gestionale nel corso della stagione sportiva”.
Così parla Gravina, come riporta Gazzetta.it: “abbiamo voluto meglio precisare la compatibilità per chiarire ed evitare forme di utilizzo deviato del codice della crisi d’impresa, con una norma che chiarisce appieno quali sono i confini del favor legislativo rispetto all’esigenza del mondo del calcio sancito dall’articolo 12 della Legge 91 che è quello della salvaguardia dei valori della competizione sportiva, quindi non consentire a società che sono in pieno stato di insolvenza di alterare la competizione sportiva“.
La Reggina osserva, ascolta ma, ovviamente, non cambia nulla. Che la Figc volesse avere propria autonomia, è fatto risaputo. E’ così da sempre. Il concetto, oggi, è stato solo ribadito e rafforzato. D’altronde, la sentenza in primo grado di due giorni fa ne è la dimostrazione. La Reggina, però, come annunciato e ribadito, confida nel terzo grado, quel Collegio di Garanzia del Coni storicamente più “neutro”, come confermano alcuni precedenti e come conferma una nota già ripresa in passato da StrettoWeb.
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